E se invece di due incarichi, uno ne colleziona dieci volte tanti (o meglio, per la precisione: 2x12,5 = 25), lo ignoriamo del tutto?
Nella bottega di Mastro Pasqua titola un esilarante articolo di Carlo Bertani che inquadra un personaggio d’altri tempi, un Mastro Don Gesualdo uscito dalla prosa di Giovanni Verga. Che altro aggiungere, se non che queste righe sono vergate non dalla penna e calamaio dello scrittore siciliano, padre del Verismo, ma dalle cronache finanziarie, veritiere, e i tratteggi del fenomeno sono racchiusi nei meandri della ragioneria dello stato.
..............................
La bottega di Mastro Pasqua è un luogo senza-luogo: lo immagineremo - prosegue il racconto di Bertani - sparire da una porticina in un vecchio androne della Roma rinascimentale, quei passaggi che conducono a cortili nascosti, con alberi di limone e cespugli di mirto.
Da lì, ecco che s’apre un nuovo budello, stretto ed ombroso, che termina nella sua bottega: l’Istituto Naturale delle Pensioni Segate (INPS). A dire il vero, per seguire la sua ossessione che rasenta la follia, Pasqua s’è lasciato convincere a seguire ben 25 dirigenze e consulenze, che spaziano da Equitalia al CONI, per giungere a Telecom ed Autostrade per l’Italia, solo per citare le più importanti. A definirlo un uomo in odore di conflitto d’interesse non è l’Almanacco Bolscevico, bensì sono i giornali finanziari più quotati.
La rimozione della morte, che Pasqua crede di vanificare gettandosi nel lavoro, lo condurrà probabilmente a concorrere – insieme ad altri manager di Stato – al concorso “il più ricco del cimitero”. Si vince una tomba in plexiglas con climatizzatore incluso, decorata con rose in plastica coreana: una vera sciccheria.
Ma, quando Mastro Pasqua apre la porta della sua bottega e poi la richiude, lo scatto dell’antica serratura lo fa precipitare nella pace assoluta: lontane sono le ansie, le lotte, i fastidi che ben 25 (!) lavori portano, che non sappiamo se corrisponderanno a 25, diverse, pensioni. Appena giunto saluta la Fornarina la quale, nel retro – in grembiule e ciabatte – è sempre affaccendata con i suoi alambicchi: la poveretta cerca da anni l’elisir di corta vita, e mescola sapientemente erbe e minerali nel mortaio, per poi riprenderle con poca acqua nel crogiolo e distillare, dunque, il tutto.
.......................
Si rimanda alla fonte per la lettura completa dell’articolo:
http://carlobertani.blogspot.it/2013/06/nella-bottega-di-mastro-pasqua.html
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.