Lo scopo di questo blog


Fare bene due cose contemporaneamente, è difficile. In Politica, ancora di più.
Chi è stato eletto ad una carica, non deve ricoprirne altre, ma portare a termine la prima nel modo migliore.
Questo Blog è nato per segnalare tutti quei casi di politici italiani che ricoprono doppi incarichi (elettivi o di nomina politica), o che abbandonano la posizione per cui sono stati eletti per candidarsi ad un'altra (Rispetto del Mandato), o che si candidano contemporaneamente a piu' cariche, per scegliere la piu' conveniente.
Per ciascuno di questi politici cerchiamo di fornire tutti i riferirmenti ed i contatti, invitandovi a scrivergli per convincerli a comportarsi correttamente verso i propri elettori, anche se la legge, a volte, non lo impone.
In sezioni dedicate del Blog vi daremo tutti gli aggiornamenti e le risposte dei politici interpellati.
Partecipate! fate sentire la vostra voce!

martedì 30 aprile 2019

Europee 2019: le multicandidature

Eccoci alla prima puntata della nostra analisi dei candidati alle elezioni europee del prossimo 26 maggio.
E cominciamo dall'aspetto più facile da vedere: le multicandidature, cioè i candidati che si sono presentati in più di una circoscrizione.
Molti non riescono a percepire il problema, così abituati a subire queste anomalie, da non prestarvi più attenzione. Anzi, molti sono felicissimi di poter votare il candidato leader di partito o accapparratore di preferenze, senza rendersi conto che il loro voto, in questo modo, vale meno degli altri. Si, perchè quel candidato, presente in due, quattro o anche cinque circoscrizioni, ne dovrà per forza scegliere una sola in cui accettare l'elezione (nel caso di elezione, ovviamente), quindi nelle altre circoscrizioni i suoi voti di preferenza andranno irrimediabilmente persi, buttati via.
Non trascurabile poi il fatto che il multi-candidato, se eletto in più di una circoscrizione, avrà modo di accettare la nomina in una o nell'altra, determinando chi subentrerà al suo posto in quella a cui rinuncia. In altri termini, il multicandidato eletto, può decidere chi entra e chi resta fuori.
E francamente questo meccanismo ci sembra caratterizzi un democrazia debole, malata, incompleta.

I candidati che fanno la cinquina, in questa tornata elettorale sono 4:

  • Matteo Salvini (Lega)
  • Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia)
  • Marco De Andreis (+Europa)
  • Silvja Manzi (+Europa)

Nella scorsa elezione europea (2014), i candidati con 5 candidature erano solo (si far per dire) tre.

Con quattro candidature, un solo candidato:

  • Silvio Berlusconi (Forza Italia)

Seguono poi 5 candidati con due candidature:

  • Alessandra Mussolini (Forza Italia)
  • Pippo Civati (Verdi)
  • Federica Picchi (Fratelli d'Italia)
  • Pietro Bartolo (PD)

Non abbiamo esaminato i partiti minori, che magari potrebbero anche avere delle difficoltà a raccogliere il numero necessario di candidati, ma già questa analisi mostra quale sia il concetto di politica che pervade alcuni partiti.

Il nostro consiglio, come già spiegato nel post precedente, è quello di evitare le preferenze per questi candidati, aderendo alla campagna #lasciaacasachiraddoppia

domenica 14 aprile 2019

Europee 2019: #lasciaacasachiraddoppia


A pochi giorni dalla scadenza per la presentazione dei candidati alle prossime elezioni europee del 26 maggio (il termine per la presentazione scade mercoledi 17 aprile), la nostra redazione si sta preparando alla consueta analisi delle liste che i partiti stanno presentando, a caccia di doppi incarichi e di chi non rispetta il mandato.
Come nel 2014, infatti, presenteremo su questo sito le statistiche di tutti i partiti maggiori, per le 5 circoscrizioni italiane, segnalandovi:

  • i candidati che già ricoprono un altro mandato elettivo (a volte incompatibile con l'elezione in Europa)
  • i candidati che si presentano in più circoscrizioni (multicandidature)

Anche per questa tornata elettorale siete invitati a "lasciare a casa chi raddoppia": la politica deve capire che il mandato già ricevuto dagli elettori va rispettato. Chi non si comporta così, non merita di essere eletto. Abbiamo l'arma della preferenza, usiamola bene.

Nel frattempo, studiando le regole burocratiche che governano il processo elettorale, si ritrovano meccanismi inventati per scoraggiare l'innovazione, cioè la presentazione di nuovi soggetti politici. Così si scopre che i partiti già presenti nel Parlamento italiano, o in quello europeo, oppure il cui simbolo è aggregato ad altri simboli di cui almeno uno è nelle condizioni appena descritte (già presente), ebbene tale partito è esentato dalla raccolta di firme per la presentazione di liste.
Chi invece si presenta per la prima volta, deve raccogliere 30,000 firme per ciascuna circoscrizione, di cui almeno 3,000 in ciascuna delle regioni che la compongono. Significa che per presentare liste in tutta Italia, servono almeno 150,000 firme, naturalmente raccolte davanti ad un notaio, o un segretario comunale, o comunque una persona autorizzata alla funzione. Da notare che per proporre una legge di iniziativa popolare al Parlamento, bastano 50,000 firme.
E' evidente quindi come la politica, quella con la "p" minuscola, faccia di tutto per difendere se stessa dagli attacchi esterni, dalle minacce dei non addetti ai lavori. Si sa, troppo rischioso abbassare i muri, potrebbe entrare chiunque.

Appuntamento allora tra pochi giorni, per la prima puntata di #lasciaacasachiraddoppia

mercoledì 10 aprile 2019

Se la volpe diventa il guardiano del pollaio ...

Più volte abbiamo mostrato come i casi reali della politica, privi di una regolamentazione per legge, conducono a situazioni assurde, al limite del paradosso.
Ne abbiamo un caso concreto proprio in questi mesi, in cui la più totale assenza di ogni regola scritta, e direi anche di un po' di pudore, ci regala esempi di incarichi multipli sulle spalle di un'unica persona, con conseguente commistione di ruoli e confusione istituzionale. E ogni volta la politica ne esce più squalificata, preda di prepotenti e arrivisti di ogni sorta.
Stiamo parlando di Matteo Salvini e Luigi Di Maio, che ricoprono, per quanto ne sappiamo, almeno quattro importanti incarichi a testa.
Entrambe, infatti sono contemporaneamente:

  • membri del Parlamento (senatore il primo, deputato il secondo)
  • Vice Primi Ministri, cioè mano destra e sinistra di Conte
  • Ministri (degli Interni e dello Sviluppo Economico rispettivamente)
  • Segretari Politici, cioè numeri uno, dei loro rispettivi partiti.

E' nella nostra esperienza quotidiana non capire in quale veste ciascuno di loro parla, nelle innumerevoli comparsate che ci vengono propinate ogni giorno dai media, che siano di stato, privati o social.
Ogni volta che uno dei due apre bocca, dobbiamo cercare di capire se lo sta facendo come Ministro, come vice presidente di Conte, oppure come capo del proprio partito. Ma chi non è del loro partito, perciò, potrebbe anche non dargli retta, mentre come cittadino dovrebbe ascoltare il proprio ministro degli interni, o dello sviluppo economico. Si potrebbe concludere che dipende dal contenuto: se Di Maio parla di Lavoro, è facile, è il suo compito, ma se parla di vaccini? E' un tema di Sanità, naturalmente, perciò fuori dal suo perimetro, ma può farlo come vice di Conte, capo del governo e quindi con la supervisione su tutte le materie, oppure come capo dei 5 stelle, che di vaccini se ne intendono.
Insomma, vedete che la confusione è forte, per non parlare del disagio che ci coglie quando dobbiamo subire i comizi dei capi partito che non ci vanno a genio, per di più travestiti da ministro.

Ma ci sono casi, addirittura, in cui lo stesso rispetto della legge è messo a repentaglio, senza poter invocare qualcuno "super partes" che sia in grado di farla rispettare.
Come sappiamo, il Ministro dell'interno è la massima autorità che deve vigilare e garantire il corretto svolgimento delle elezioni, di qualunque livello siano. Ma se è proprio tale Ministro, con il cappello da segretario leghista, a violare la legge, rompendo il silenzio elettorale con messaggini che incitano al voto per la sua 'parte', a chi ci possiamo rivolgere? può il ministro Salvini punire il segretario Salvini? o magari il segretario Salvini si concede questi piccoli abusi, tanto sa che il ministro Salvini non lo condannerà mai?
Se la volpe diventa guardiano del pollaio, quante galline troveremo la mattina dopo?